La cattedrale di Santa Maria Assunta, progettata dal Rossellino per volontà di Papa Pio II, fu consacrata il 29 agosto 1462.
L’imponente facciata in travertino, che sembra quasi avanzare sulla piazza dal vasto panorama della Val d’Orcia, rispecchia i canoni classici dell’architettura di Leon Battista Alberti: la semplice struttura a capanna, sovrastata dal timpano con lo stemma pontificio dei Piccolomini attorniato da una ghirlanda, è scandita in tre parti da grandi lesene che corrispondono alla suddivisione interna.
L’interno, a croce latina, presenta tutte le navate della stessa altezza, secondo il modello delle Hallenkirchen, che Enea Silvio Picolomini aveva avuto modo di ammirare durante i viaggi nel Nord Europa. Il progetto ideale di Pio II prevede dunque di accordare la tradizione gotica ai modelli dell’antichità classica. Le navate sono suddivise da due file di pilastri con semicolonne addossate e sormontati da capitelli e tratti rialzati di trabeazione che sorreggono le volte a vela. Le navate di uguale altezza e le monofore conferiscono una tale luminosità all’edificio che il papa definì la sua creazione una casa di vetro, una domus vitrea:
“quando vi batte il sole”, fa sì che “coloro che si trovano dentro la chiesa abbiano la sensazione di non essere all’interno di pareti di pietra ma di vetro” (E.S. Piccolomini, Commentari IX,24).
Sugli altari lungo l’abside troneggiano preziose pale d’altare commissionate dal Papa agli artisti senesi più in auge nella metà del Quattrocento: Sano di Pietro, Vecchietta, Matteo di Giovanni, Giovanni di Paolo, pur rimanendo fedeli alla tradizione senese del fondo oro, ebbero modo così di confrontarsi con il Rinascimento fiorentino.
Tutte le pale d’altare hanno in comune la struttura architettonica ispirata agli edifici classici e l’iconografia della Vergine con il Bambino. In un solo caso la Vergine è Assunta e si riferisce alla dedicazione della Cattedrale. In ogni caso si evidenzia nei dipinti la particolare devozione del Piccolomini alla Madonna in cui sono inoltre rappresentati santi legati al territorio o ai nomi della famiglia, ma anche alla storia personale del pontefice.
Sulla sinistra della cattedrale, da una piccola porta alla base del campanile, si accede alla chiesa di San Giovanni, anche detta ‘cripta’. Al suo interno è conservato il fonte battesimale realizzato su disegno del Rossellino e una collezione di pregevoli pagine miniate provenienti dai graduali che Pio II donò alla cattedrale pientina.
Nella cripta sono custoditi inoltre i resti delle decorazioni scultoree dell’antica pieve medievale di Santa Maria e una serie di tre arazzi fiamminghi raffiguranti Storie del profeta Daniele e l’episodio di storia romana con Sofonisba e Massinissa, donati alla cattedrale dal vescovo Francesco Maria Piccolomini in occasione del Natale del 1593. Dalla cripta si accede al cosiddetto ‘labirinto della cattedrale’, un sistema di gallerie di drenaggio scavate all’inizio del Novecento sotto l’abside del duomo per arginare i problemi di cedimento della struttura sovrastante, verificatisi già a partire dal Quattrocento.
Luoghi di fede ma anche luoghi che narrano la storia di un paese, di un territorio.
Un viaggio alla scoperta del ricco patrimonio architettonico e artistico testimonianza della devozione e della religiosità di un intero popolo.
Un itinerario dello Spirito e della fede per ritrovare sé stessi nel silenzio che avvolge i luoghi di queste terre uniche.
La chiesa, che si apre lungo Corso Rossellino, costituisce l’unica testimonianza rimasta dell’antica Corsignano. Venne edificata nel XIII secolo dai Frati Minori alcuni anni dopo la morte di San Francesco, avvenuta nel 1226. La facciata, improntata all’austerità degli ordini mendicanti, presenta un solo portale sormontato da un piccolo oculo. All’interno la chiesa si caratterizza per un’unica navata con tetto a capriate lignee. Sulle pareti vi sono frammenti di affreschi, secondo un uso proprio degli ordini religiosi di offrire ai fedeli raffigurazioni sacre finalizzate all’educazione ecclesiastica. L’abside, a pianta rettangolare, illuminato sul fondo da un’ampia finestra ogivale, è interamente affrescato con un ciclo di pitture raffiguranti dodici episodi della Vita di San Francesco, realizzato da due pittori senesi della seconda metà del Trecento, Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero.
La chiesa di Santa Caterina risale al XVII secolo e si trova fuori del centro abitato, al termine del viale panoramico che prende il nome dall’omonimo edificio. Percorrendo la Via è possibile ammirare lo straordinario paesaggio sulla Val d’Orcia, che come ricordato in una targa posizionata lungo la passeggiata, è riconosciuto patrimonio dell’UNESCO.
La chiesa presenta una semplice facciata a laterizio. L’interno, ad unica navata, è caratterizzato da una ricca decorazione a stucco. L’altare maggiore, di forme barocche, ospita una tela del XVII dove è racchiuso un frammento di affresco di scuola senese del XIV secolo raffigurante la Madonna col Bambino, da sempre oggetto di grande devozione.
L’antica pieve, dedicata ai santi Vito e Modesto si trova isolata in mezzo alla campagna, poco lontano dal centro di Pienza. La chiesa si caratterizza per una facciata a spioventi ornata da arcatelle dove al centro campeggia un portale riferibile all’XI secolo. Sulla sinistra della facciata troviamo una caratteristica torre campanaria di forma cilindrica databile tra il X e l’XI secolo. L’interno, a tre navate, custodisce l’antico fonte battesimale dove, secondo la tradizione, sarebbe stato battezzato Enea Silvio Piccolomini. La pieve di Corsignano era una delle più importanti tappe dei percorsi sulla via Francigena. In questo luogo è possibile godere di uno splendido panorama sulla Val d’Orcia, vero paradiso di pace e quiete.